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Le Amministrazioni Comunali di Pontassieve e Pelago hanno deciso di elaborare insieme il nuovo Piano Operativo Intercomunale (POI) in modo da avviare un processo di collaborazione e coordinamento delle politiche territoriali che si presenta opportuno e vantaggioso sotto diversi punti di vista. I due comuni condividono infatti caratteristiche culturali, socio-economiche, produttive, oltre che geografiche e territoriali.


Con atto di indirizzo delle Giunte Municipali di Pontassieve e Pelago “Atto Di Indirizzo Per La Gestione Associata Attraverso Convenzione Ex Art. 30 TUEL Delle Funzioni Svolte Dagli Uffici Tecnici Comunali di Pontassieve e Pelago” venivano stabiliti i principi organizzativi inerenti la costituzione dell’ufficio Tecnico Associato dei Comuni di Pontassieve e Pelago dando contestuale mandato ai responsabili dei Settori interessati, sotto il coordinamento del Segretario generale, di predisporre gli atti necessari e conseguenti (Schema di convenzione dell’Ufficio comune e Regolamento di organizzazione) al fine della attivazione della gestione associata.


Con deliberazioni dei Consigli Comunali di Pelago e Pontassieve rispettivamente n. 36 del 30/9/2020 e n. 55 del 30/9/2020 è stata approvata la convenzione inerente la gestione associata delle funzioni inerenti l’ufficio tecnico comunale. La convenzione è stata firmata dai Sindaci in data 8/10/2020 e repertoriata al numero 3264 del registro delle convenzioni.
Tutta la documentazione relativa ad ogni fase di formazione del POI è consultabile in formato pdf.

 

Pagine di approfondimento

 

Cos'è il POI

La pianificazione urbanistica, a livello normativo, è una materia di competenza regionale. In Toscana, è disciplinata dalla Legge regionale n. 65 del 2014 “Norme per il governo del territorio” che definisce: cosa sono e cosa devono contenere i diversi atti di governo del territorio; le procedure per elaborarli; le regole sovracomunali da rispettare dal punto di vista paesaggistico, territoriale ed edilizio; la collaborazione interistituzionale e la partecipazione dei cittadini.
Nel rispetto delle procedure indicate dalla L.R. 65/2014, dopo aver redatto il Piano strutturale (PS), i comuni devono dotarsi di un Piano operativo (PO), il documento che traduce in azioni concrete le strategie previste dal Piano Strutturale. Entrambi gli strumenti, PS e PO, possono essere redatti in forma congiunta con altri comuni e in tal caso prendono il nome di Piano strutturale intercomunale (PSI) e Piano operativo intercomunale (POI). I Comuni di Pontassieve e Pelago, dopo aver avviato il percorso di redazione del PSI in collaborazione con i Comuni dell’Unione Valdarno Valdisieve, hanno scelto di continuare a collaborare realizzando il Piano Operativo Intercomunale in forma associata.
Dal punto di vista dei contenuti, il piano operativo stabilisce nel dettaglio dove, come e quanto si può intervenire nella trasformazione, valorizzazione e tutela del territorio comunale, tanto nelle aree costruite (centri abitati e aree produttive) come nel territorio aperto (comprese le aree agricole). Contiene prescrizioni che sono legalmente vincolanti rispetto alla possibilità del privato di apportare modifiche all’interno delle aree di sua proprietà.
Il documento è composto da mappe, elaborati tecnici e relazioni organizzate in due parti fondamentali: 1) Disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti; 2) Disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio.


Disciplina per la Gestione degli Insediamenti esistenti

È valida a tempo indeterminato e definisce gli strumenti di tutela e le modalità di intervento sull’edificato esistente in ambito urbano e rurale. Ad esempio, se si deve ristrutturare casa, la disciplina stabilisce gli interventi consentiti sulla nostra proprietà (manutenzione straordinaria, ristrutturazione edilizia, demolizione con ricostruzione, ecc.). Oppure, se si vuole realizzare un annesso agricolo, la disciplina permette di capire se è consentito farlo e con quali caratteristiche (altezza, superficie massima, materiali, ecc.).

Disciplina delle Trasformazioni degli Assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio

È valida per 5 anni e definisce nel dettaglio tutti gli interventi di recupero e di nuova costruzione, pubblici e privati, che per via della loro complessità e/o rilevanza necessitano di una specifica normativa di dettaglio. Ad esempio, stabilisce il perimetro di massima e le regole minime da rispettare per gli interventi di nuova edificazione (funzioni ammesse e loro posizionamento all’interno del lotto, numero di piani, altezze, ecc.). Nel caso di un intervento di recupero di un’area dismessa, stabilisce anche quali edifici possono essere demoliti, quali conservati e come intervenire su questi ultimi.

 

Iter di formazione

La L.R. n. 65/2014 definisce sette tappe che le Amministrazioni comunali devono seguire per arrivare all’approvazione del POI (così come degli altri strumenti di pianificazione territoriale e di pianificazione urbanistica). Queste sono:
Avvio del procedimento: i Comuni elaborano il documento di Avvio del procedimento, indicando gli obiettivi del Piano e una prima ipotesi di quadro conoscitivo, e lo trasmettono agli enti interessati ai quali si richiede un contributo tecnico, un parere o un nulla osta (in primo luogo Regione Toscana e Città metropolitana di Firenze, ma anche Genio civile, Corpo forestale, ecc.). Nel caso in cui il piano preveda impegno di suolo non edificato all'esterno del perimetro del territorio urbanizzato, la Regione, ai fini dell’espressione del parere di competenza, convoca una «conferenza di copianificazione» con la Provincia, la Città Metropolitana e le Amministrazioni interessate per valutare la sostenibilità dell’intervento proposto e le possibili alternative;
Elaborazione: l’Ufficio di Piano, composto dai responsabili e dai tecnici interni ai Comuni e da consulenti esterni (architetti, geologi, ingegneri idraulici, agronomi, ingegneri della viabilità etc.), procede alla redazione della bozza di Piano;
Adozione: una volta pronto, il documento viene sottoposto all’approvazione dei sindaci e poi trasmesso ai Consigli dei due Comuni associati per l’adozione, una sorta di pre-approvazione dello strumento a seguito della quale è ancora possibile apportare modifiche in funzione delle osservazioni presentate dagli enti interessati e/o dalla cittadinanza;
Osservazioni: successivamente all’adozione, il provvedimento viene trasmesso a Regione, Provincia e Città Metropolitana, pubblicato su BURT e depositato presso gli Uffici delle Amministrazioni per sessanta giorni e chiunque può prenderne visione e presentare le osservazioni che ritenga opportune;
Approvazione controdeduzioni: una volta esaminate tutte le osservazioni ed eventualmente modificato di conseguenza lo strumento, i Consigli Comunali approvano le controdeduzioni e trasmettono la documentazione agli enti interessati per la conformazione al PIT/Piano Paesaggistico Regionale.
Conferenza Paesaggistica: La Regione e la Soprintendenza verificano il Piano rispetto al Piano Paesaggistico Regionale. Lo svolgimento della Conferenza non ha un termine temporale per esprimere il parere. L’esito della Conferenza è insindacabile.
Approvazione del Piano: I Comuni approvano il Piano nei Consigli Comunali a seguito delle modifiche e/o integrazioni espresse nel Verbale della Conferenza. Il Piano viene rinviato in Regione per la verifica e, a seguito di parere favorevole, il Comune capofila dà avviso sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana (BURT) e dopo altri trenta giorni il Piano acquista efficacia.

 

Gruppo di progettazione

Con determina n.456 del 25/02/2022 del Comune di Pontassieve la formazione del Piano Operativo Intercomunale è stata affidata all’Architetto Gianfranco Gorelli in qualità di mandatario di un RTP così composto:

  • Prof. Arch. Gianfranco Gorelli, Coordinatore, progettista urbanistica;
  • Arch. Luciano Piazza, coprogettista urbanistica, paesaggio;
  • Geotecno Consulenza e servizi geologici, studi geologici e sismici;
  • Sinergia Progettazione e Consulenza Ambientale srls, Valutazione Ambientale Strategica;
  • Avv. Agostino Zanelli Quarantini, supporto giuridico;
  • Agr. Paolo Gandi, competenze agronomiche;
  • Arch. Ilaria Massini, Coprogettista urbanistica e mobilità, giovane professionista – varie;
  • Urban L.I.F.E. S.r.l, Coprogettista urbanistica e mobilità;
  • ATS Archeo Tech & Survey s.r.l., realizzazione del quadro conoscitivo delle risorse archeologiche;
  • Sorgente Ingegneria Studio Tecnico Associato, studi idrologico-idraulici;
  • Arch. Stefano Stanghellini, Perequazione.

 

Il gruppo di progettazione è affiancato dall’Ufficio di Piano del servizio di pianificazione associato dei Comuni di Pelago e Pontassieve, così composto:

  • Dott. Fabio Carli, Responsabile Unico del Procedimento;
  • Geom. Sonia Carletti, supporto e coordinamento;
  • Arch. Caterina Fusi, supporto al RUP e coordinamento del Percorso Partecipativo;
  • Geom. Monica Frediani, supporto amministrativo;
  • Geol. Giorgio Volpi, supporto in materia di geologia e SIT;
  • Geom. Silvia Rogai, Comune di Pontassieve;
  • Geom. Alessandro Pratesi, Comune di Pelago;
  • Arch. Martina Angeletti, Firenze Smart (Silfi Spa), supporto aspetti urbanistici e paesaggistici;
  • Ing. Paolo Biagiotti, Firenze Smart (Silfi Spa), supporto SIT.

 

 

Glossario


A

Avvio del procedimento: E’ il documento con il quale un soggetto istituzionale (comune, unione di comuni, provincia, città metropolitana o Regione) avvia formalmente il percorso di approvazione di un piano, programma o variante di sua competenza. L’avvio del procedimento, che nel caso del Piano strutturale e del Piano operativo è approvato dalla giunta comunale, si compone di una serie di documenti (scritti e grafici) che ne descrivono gli obiettivi generali e il quadro conoscitivo di riferimento. Nel documento di avvio sono anche individuati gli enti e gli organismi pubblici ai quali chiedere un contributo tecnico e viene nominato il garante dell’informazione e della partecipazione, con le indicazioni in merito alle attività di coinvolgimento della cittadinanza.

C

Compensazione urbanistica: Meccanismo attraverso il quale una o più proprietà immobiliari, se interessate dalla realizzazione di interventi pubblici o di interesse pubblico, a seguito di specifici accordi possono essere cedute dal privato all’amministrazione in cambio di diritti edificatori (cioè della possibilità di costruire in quella stessa area) oppure scambiate con altre aree di proprietà del comune (c.d. permuta).

Conferenza paesaggistica e conformazione al PIT/PPR: Per tutti gli strumenti della pianificazione territoriale e relative varianti è previsto il passaggio attraverso una conferenza che si svolge nella sede regionale, detta Conferenza Paesaggistica, alla quale partecipano la Regione e gli organismi ministeriali competenti (Soprintendenza) per la verifica di conformità alle prescrizioni e direttive del Piano di indirizzo territoriale con valenza di Piano paesaggistico regionale (PIT/PPR).

G

Garante dell’informazione e della partecipazione: Nominato da un soggetto istituzionale (comune, unione di comuni, provincia, città metropolitana o Regione), si occupa di intraprendere le azioni necessarie per garantire l’informazione e la partecipazione della cittadinanza e dei soggetti interessati alla formazione degli atti di governo del territorio. Non fanno eccezione il Piano strutturale e il Piano operativo, per i quali il garante si assicura che le attività di informazione e partecipazione si svolgano in ogni fase della loro formazione, prestando particolare attenzione alla comprensibilità e divulgabilità dei contenuti al fine di poter raccogliere idee, suggerimenti e proposte che saranno sottoposte all’esame tecnico e alla valutazione politica.

M

Misure di salvaguardia: È la sospensione delle decisioni sui titoli abilitativi (es. permessi di costruire, SCIA, ecc.) nel periodo fra l’adozione e l’approvazione degli strumenti urbanistici, in modo da evitare che l’assetto fissato dai piani adottati possa risultare compromesso da interventi non più ammessi dal nuovo piano.

Monitoraggio: La Regione Toscana ha istituito l’Osservatorio paritetico della pianificazione per cui gli strumenti della pianificazione territoriale e urbanistica sono soggetti ad un monitoraggio, ossia una specifica verifica degli effetti previsti al momento della pianificazione sia in materia ambientale che urbanistica.

P

Perequazione territoriale: Meccanismo che interviene tra enti locali che si sono accordati tra loro per la redistribuzione e compensazione di vantaggi e oneri territoriali e ambientali derivanti da scelte di pianificazione.

Perequazione urbanistica: È un meccanismo che prevede un’equa distribuzione delle potenzialità edificatorie e degli oneri tra diverse proprietà immobiliari ricomprese in ambiti territoriali contigui (ad es. facenti di uno stesso piano attuativo) o discontinue tra loro, ed è finalizzata al perseguimento di obiettivi di interesse generale definiti dagli strumenti della pianificazione.

Pericolosità idrogeologica e sismica – salvaguardia dei rischi: Gli strumenti della pianificazione urbanistica definiscono, sulla base di indagini e studi, le dinamiche legate al rischio idraulico (esondazioni, alluvioni, ecc.), geologico (es. frane) e sismico (terremoti) e le condizioni di equilibrio e sicurezza rispetto alle quali valutare gli effetti delle trasformazioni previste.

PIT: Piano d'indirizzo territoriale: È lo strumento di pianificazione territoriale della Regione Toscana al quale si conformano le politiche regionali, i piani e programmi settoriali che producono effetti territoriali e gli strumenti della pianificazione urbanistica.

PTC: Piano territoriale di coordinamento: È lo strumento di pianificazione territoriale al quale si conformano le politiche provinciali, i piani e programmi di settore provinciali, gli strumenti della pianificazione territoriale e gli strumenti della pianificazione urbanistica comunale.

R

Regolamento edilizio: È il regolamento di competenza comunale che detta le norme in tema di modalità costruttive, decoro pubblico, igiene, sicurezza e vivibilità degli immobili e delle pertinenze degli stessi.

Rigenerazione urbana delle aree degradate: È l’insieme di interventi di natura e consistenza diversa destinati a promuovere una riqualificazione di aree caratterizzate da degrado urbanistico, sociale ed economico.

T

Territorio urbanizzato: La legge regionale urbanistica (LR n. 65/2014) stabilisce norme finalizzate a garantire lo sviluppo sostenibile delle attività rispetto alle trasformazioni territoriali, anche evitando nuovo consumo di suolo. In questa ottica, con la definizione di «Territorio urbanizzato» si intende quello compreso nel perimetro costituito da centri storici, aree edificate con continuità, attrezzature di servizi, parchi urbani, impianti tecnologici, lotti e spazi inedificati interclusi dotati di opere di urbanizzazione primaria (strade e servizi).

V

Variante (al Piano operativo): Si intende una qualsiasi variazione agli strumenti urbanistici approvati che, pur non modificando in maniera significativa né gli obiettivi né le previsioni complessive, si rende necessaria per poter attuare uno o più interventi specifici non previsti al momento della redazione degli strumenti stessi. Qualora non preveda l’aumento complessivo delle superfici edificate e non comporti trasformazioni all’esterno del territorio urbanizzato, la variante si dice “semplificata” e per la sua approvazione è possibile seguire un percorso più rapido (LR 65/2014, art. 32). In caso contrario, la variante segue l’iter di approvazione consueto.

VAS: Valutazione ambientale strategica e RA: Rapporto ambientale Sono gli strumenti finalizzati alle verifiche di natura ambientale per dare modo ai decisori politici di avere chiare le possibili alternative alla progettazione di sviluppo del territorio avendo a riferimento lo stato di salute del territorio

Ultimo aggiornamento:

06/11/2024, 09:18